Chiusi in una gabbia d’ansia?
Quante volte ci sentiamo schiacciati dall’ansia? Quante volte abbiamo desiderato fare una cosa ma siamo stati fermati dalla nostra incertezza? Quante volte la presenza dell’altro in una situazione difficile ha peggiorato tutto? E quante volte, “presi” dall’ansia, non abbiamo capito cosa stava succedendo intorno a noi?
Tutti sappiamo di che sensazione stiamo parlando, non tutti però la proviamo tutti i giorni e molte volte al giorno.
Che problema potrebbe esserci sotto?
Le persone che provano molto spesso queste sensazioni e per lungo tempo potrebbero soffrire di un disturbo d’ansia generalizzato (GAD) che comporta la presenza di persistenti preoccupazioni e ansia per molte attività o problematiche della vita quotidiana ed è associato a molti sintomi somatici inclusi irrequietezza, affaticamento, compromissione della concentrazione, irritabilità, tensione muscolare e disturbi del sonno.
Come hanno evidenziato diverse ricerche scientifiche, le persone che soffrono d’ansia sperimentano maggiori difficoltà nel:
- Tollerare le condizioni/situazioni di incertezza;
- Accettare esperienze psicologiche avverse;
- Comprendere le emozioni provate durante uno stato d’ansia;
- Regolare le proprie emozioni in presenza degli altri.
Inoltre le persone che soffrono di un disturbo d’ansia hanno la tendenza a temere esperienze d’ansia stessa e ciò è un fattore importante nel mantenimento della preoccupazione eccessiva, che è la caratteristica principale del disturbo d’ansia generalizzato (GAD).
Durante episodi d’ansia le persone si concentrano prevalentemente sulle sensazioni corporee provate (tachicardia, sudorazione, nausea, vertigini, dispnea) allontanandosi sempre di più dal contesto e dalla situazione in cui si trovano. Questo meccanismo favorisce sia la perdita di controllo delle situazioni che la tendenza ad evitare quelle che hanno già creato ansia, per non riprovare le stesse sensazioni.
Un’altra caratteristica, sempre presente nei disturbi d’ansia, é la necessità di far fronte alle situazioni anticipandole e prevedendo le possibili condizioni che potrebbero produrre i sintomi dell’ansia indesiderati.
Cosa fare?
Chiedere aiuto e prepararsi a lavorare per il proprio benessere, sono esperienze che non dovrebbero essere sottovalutate sia per la quantità di sofferenza ad essere connesse che per la possibilità di un peggioramento.
Riferimenti Bibliografici:
- Eric Bui, Eric Anderson, Elizabeth M. e alt. Goetter Heightened sensitivity to emotional expressions in generalised anxiety disorder, compared to social anxiety disorder, and controls. Cognitive and Emotion 2017. Journal of Contextual Behavioral Science 6 (2017) 29–34.
- Christopher R. Berghoffa, Matthew T. Tulla e David DiLillo e alt. The role of experiential avoidance in the relation between anxiety disorder diagnoses and future physical health symptoms in a community sample of young adult women. 2015